In risposta ai miei post sulla disprassia infantile, una mamma mi ha scritto una lettera che trovo utile per illustrare alcune delle difficoltà dei genitori che si trovano a dover fronteggiare le situazioni indotte dalla disprassia.
Ci siamo scambiati qualche mail ed Anna mi ha concesso l'utilizzo della sua bella lettera.
«Ciao Marco,mi chiamo Anna, ho 32 anni ed ho un bimbo di 8 anni che frequenta la terza elementare.L'anno scorso, dopo la prima pagella ho portato Daniele dalla psicologa scolastica che da febbraio a maggio ha incontrato mio figlio per capire che cosa avesse visto le continue lamentele delle maestre.A maggio abbiamo fatto un incontro tutti insieme (io-psicologa-e le tre maestre) e qui la psicologa ha parlato di disprassia.
Ieri, chiamata urgentemente dalla maestra di italiano, mi reco ad un colloquio con lei e disperata mi dice che Daniele è snervante.E' brillante per alcune cose (poesie a memoria, dettati...), ma per altre è un disastro (soprattutto nello scrivere un racconto).Ed io le ho chiesto: ma lei c'era alla riunione che abbiamo fatto a maggio con la psicologa?La maestra:- Cosa ha Daniele? Disprassia? ah, aspetti che me lo scrivo. Sa sto facendo un corso ... come ha detto: disprassia?-Che tristezza!!!!!!!Devo dire che sento una grande ignoranza e incomprensione. (...)
Anna»
- La disprassia è stata diagnosticata quasi subito, ottimo. Non capita spesso. Quando il troll era in prima elementare il termine italiano disprassia probabilmente non esisteva neppure, e comunque nessuno ne sapeva nulla.
- Per gli insegnati i bambini disprassici potrebbero essere uno spasso, visto che sono spesso intellettualmente brillanti. Ma finiscono per essere solo una rogna, che tentano puntualmente di riversare sui genitori, come se questi potessero farci qualcosa.
- Le spiegazioni vengono sempre richieste, ma raramente ascoltate.
Per la mia esperienza la disprassia dell'età infantile migliora sensibilmente con l'età (un disprassico diviene sempre meno riconoscibile con l'avanzare del tempo) e per molti versi nostro figlio riesce ora a fare cose che una volta non immaginavamo neppure.
La certificazione è utilissima per abbassare il tono di conflitto con la scuola e, comunque, è molto utile che ci sia qualcuno cui sia noi genitori che gli insegnanti possano chiedere consigli sul comportamento migliore da tenere.
Inoltre, la disprassia è sempre esistita (come la dislessia) e, anche se non esistono test per la disprassia per adulti, sono abbastanza convinto di essere disprassico io stesso (lo conferma il mio passato scolastico travagliato almeno fino all'inizio delle superiori).
Ed infine i consigli, che rigiro a tutti i genitori di figli disprassici:
Siate pazienti ed affettuosi. Siate sfidanti sulle cose in cui vostro figlio riesce, in modo che abbia soddisfazione nel dimostrarvi le sue possenti abilità in contrapposizione dalle umilianti disabilità che vedono i poco attenti. Se lo considerate un po' strano ma fantastico vivrà, almeno, un'infanzia migliore.P.S. Potete trovare gli altri post sull'argomento all'etichetta disprassia.
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