Nella mia carriera lavorativa ho avuto tanti capi. Ognuno era fatto a modo suo e su ognuno si potrebbero raccontare un sacco di storie. Alcuni di questi avevano una o più storielle che ripetevano spesso, come metafore di come comportarsi e di come no.
Uno dei capi che ho avuto si chiamava Vittorio ed era un ingegnere che aveva percorso gran parte delle sua carriera in IBM. Big Blue era -e probabilmente lo è tutt'ora- una delle poche aziende in cui era possibile fare carriera tecnica fino a dirigente. Ecco, Vittorio aveva percorso la carriera tecnica fino quasi alla pensione e poi era venuto da noi per condurre un gruppo cosiddetto "nuove tecnologie".
Una delle storielle che amava raccontare per spiegare come mai lui non si tirasse mai indietro, quando c'era da prendersi una responsabilità, partiva da un progetto importante cui aveva partecipato molti anni prima.
Una delle poche volte che era in sede invece che dal cliente, il suo capo lo chiama al telefono spiegandogli di essere in riunione con il gran lup man della sede italiana e chiedendogli di venire a spiegare una "situazione".
Il giovane Vittorio si affretta ad attraversare il grande edificio e, quando entra nell'ufficio del grancapo, trova il responsabile commerciale, il capo divisione, il responsabile per la gestione del cliente ed il suo capo funzione attorno alla scrivania del boss che parlano concitatamente.
Si ferma in disparte ed aspetta di essere interpellato. Capisce che stanno parlando del suo cliente, del capo del suo cliente e di prestazioni non dovute e di rilasci tardivi, percepisce anche una palla che qualcuno ha lanciato da molto lontano -forse dalla sede americana- e che, rotolando, è arrivata fino in quell'ufficio.
Ad un certo punto il boss si altera visibilmente e parte con uno shampoo (una sgridata) che rimarrà nella mitologia aziendale.
Il responsabile commerciale e il direttore di divisione si girano indietro adottando l'espressione da "ve lo avevo detto che finiva così". Il responsabile per la gestione del cliente (principle in terminologia IBM) ed il capo ufficio vacillano un attimo, capiscono l'andazzo, vestono la stessa espressione dei loro superiori e si voltano a loro volta.
Vittorio si sente osservato, fa per voltarsi a sua volta ma è l'ultimo prima della parete. Dato che non sembra che qualcuno stia per varcare la porta in quel momento, abbassa lo sguardo, alza leggermente il mento, e -pur non avendo ben capito quale fosse il nocciolo della questione- esordisce con un "evidentemente, è colpa mia" ...
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domenica, marzo 29, 2009
Cazziatone
venerdì, marzo 27, 2009
La rabbia della città
Qualche giorno fa sono dovuto andare a Milano, che da casa mia dista pochissimi chilometri, ma è come se fosse su un altro pianeta.
Era una giornata grigia ed uggiosa e, dopo aver lasciato l'automobile in un parcheggio di periferia, ho preso la metropolitana per attraversare la città.
Quando sono arrivato in prossimità della destinazione, mi sono accorto di essere 15 minuti in ritardo. Nulla di grave, ma mi sentivo in dovere di accellerare il passo.
Mi sono trovato su un marciapiedi stretto stretto sul bordo di una di quelle strade troppo piccole e troppo trafficate che caratterizzano il centro di Milano.
Pioveva. Tick tack. Davanti a me, coperta da un ombrello che occupava tutta la larghezza del marciapiedi, camminava -tick tack- una giovane signora in equilibrio su lunghi tacchi fasciata in una gonna che pareva un paio di taglie troppo stretta. Era piccolina e con passi stretti -titick titack-, scalpicciava velocissima sull'asfalto.
Guardo l'orologio due volte il 10 metri, il ticktaccare era insistente e dopo un paio di minuti mi sono scoperto ad innervosirmi: come si fa a camminare tickettando con quel ritmo frenetico eppure procedere così lentamente?
Tick e poi tack, rallenta appena appena passanda dovanti ad un negozio di scarpe. Tick-tack. Mi sono immaginato la griglia di un tombino in cui la malcapitata sarebbe rimasta irrimediabilmente incastrata, oppure un fortuito scollamento del tacco -tick, tack, crock-, magari aiutato da un "involontario" calcetto alla giusta altezza. Tick, tack. Ho immaginato un cane che, innervosito dal ritmo troppo sostenuto le azzannasse -tick, tack, woff- l'esile polpaccio. Ho pensato che un vaso potesse cadere dal terzo piano di un palazzo e cadere -tick, tack, crash- proprio in mezzo a quell'enorme ombrello.
Insomma -tick, tack- colavo ferormoni amari ed elettrizzati come una lumaca lascia la striscia sull'asfalto.
Arrivati alla prima svolta, gonnestrette -tick e tack- ha lasciato la mia strada per immettersi in una laterale. Sgrunt. Riguardo l'orologio, sono passati solo 3 minuti.
La domanda è: perché ci innervosiamo così facilmente? Come siamo arrivati a questo?
Al ritorno, per recuperare il rapporto con il mio tempo, mi sono infilato in un negozio a tutto da 1€ e -per togliermi uno sfizio- mi sono comprato tre nuovi giocattoli:
- una penna a 4 colori (in realtà le penne erano due in una confezione, ma una non funzionava) con cui arricchirrò di colori e scarabocchi il blocchetto note per il blog
- una calcolatrice, con cui ho calcolato che guadagnando il 7% di interessi all'anno avrei impiegato 10 anni e sei mesi circa a raddoppiare il capitale, senza contare la svalutazione
- un magnete da frigorifero che raffigura un faccione bianco a pois rossi, per la nostra collezione
Secondo l'ONU, per la prima volta nella storia dell'umanità, nel 2008 la popolazione urbana mondiale ha superato quella rurale (articolo su Repubblica). Inizio a pensare che sia la città stessa ci innervosisca, come può innervosire vivere in luogo non adatto alla vita umana.
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giovedì, marzo 26, 2009
Vedovella Blu
Mi sono sempre domandato come mai questo genere di fontane si chiamino vedovelle e, questa volta, neanche Wikipedia mi è venuta in aiuto. Certo è che il nome le dona visto che appare sola, nel parco, fragile testimone di ghisa di chissà quanti strilli di bambini, amori, gelosie, litigi o uggiose giornate di noia pioviggina.
A proposito, il 21 marzo era il giorno dell'equinozio di primavera: EVVIVA.
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lunedì, marzo 23, 2009
La notizia perfetta
Avete notato che di questi tempi giornali e telegiornali hanno smesso di raccontare il mondo per dedicarsi solamente ai due o tre argomenti di moda nel periodo? Qualeche anno fa era Lady Diana, seguita da tutte le faccende dei reali inglesi, adesso tocca a reati commessi da immigrati -che nella realtà sono ovviamente molti meno di quelli commessi da italiani-, da crisi economica e cani.
Riciards ha iniziato a lanciare un sasso nello staglio, qualche giorno fa, con un post in cui propone la notizia perfetta, mi aggrego proponendone una mia versione:
Pitbull Rom violenta bambina davanti a chiesa~
«Un cane -un pitbull allevato per i combattimenti- di proprietà di un albanese di colore, residente in un campo nomadi alle porte di Roma, aggredisce e violenta una bambina di fronte alla chiesa dove la madre assisteva alla messa.
La madre, tra le lacrime, si è dichiarata esterrefatta ed, in un eccesso di dolore, ha invocato le leggi razziali contro i Rom.
Il padre della bimba, un manager rimasto disoccupato a causa della crisi, è stato rintracciato in un ipermercato dove faceva il personal shopper di una nota velina.
Annachiara del Grande Fratello, ha litigato con Gianantonio perché sosteneva che la colpa non era del cane ma delle condizioni in cui è stato allevato.»
sabato, marzo 21, 2009
Salva il mondo: Appendi l'attrezzo al chiodo
In tempi di scarse risorse energetiche mi ha colpito uno dei tanti consigli del libretto "1001 modi per salvare il pianeta".
Il consiglio 464 recita:
«Nelle palestre i macchinari per l'esercizio fisico consumano moltissima elettricità (dieci tapis roulant in palestra consumano circa 13.500Kw in un mese, abbastanza da far funzionare un asciugacapelli per un anno senza interruzioni; per non parlare dei condizionatori e della lavanderia per detergere il tuo sudore. Butta nel cestino la tessera della palestra e vai a correre nel parco con gli amici ed il cane. Anche quando piove non è male.»Ora, fare completamente a meno delle palestre mi pare un po' eccessivo, ma converrete che è paradossale che per faticare sia necessario consumare energia elettrica (cioè inquinare), e pagare anche diversi soldi di abbonamento.
Io resto sempre colpito quando vedo persone che, poco prima di andare ad allenarsi, scelgono l'ascensore al posto delle scale ed utilizzano la macchina per percorrere poche centinaia di metri sino alla palestra.
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venerdì, marzo 20, 2009
Aggiornamenti blog
Per festeggiare i miei primi 220 post e le 1.000 visite al mese ho attivato la funzione blogger reactions che permette hai lettori di esprimere un voto per ogni post. In basso al post compaiono tre tasti "bytes sprecati", "carino" e "ancora ancora". Usateli, se vi aggrada, senza remore.
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giovedì, marzo 19, 2009
Il problema degli 11 cammelli
Oggi è toccato al Troll regalarci un bel gioco propostogli dalla sua professoressa di matematica alle scuole medie. Il gioco si risolve facilmente e contiene un semplice e simpatico paradosso.
Accadde un giorno che un anziano signore arabo morì. Non lasciò molto dietro di sé, a parte tre figli, 11 cammelli ed un foglio di carta su cui stavano le istruzioni per dividere l'eredità.
- al primo figlio toccò 1/2 dell'eredità, cioè 6;
- al secondo figlio 1/3, cioè 4;
- al terzo figlio 1/2, cioè 1
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martedì, marzo 17, 2009
Il WEB compie 20anni, cosa diventerà?
- collegati tra di loro in modo che seguendo i rimandi da una pagina all'altra li si potesse navigare come ipertesto (che ai tempi esistevano già, principalmente nei laboratori di ricerca o nelle case costruttrici di aeroplani dove venivano utilizzati per rappresentare e rendere fruibile l'enorme massa di documentazione che accompagna un moderno jet)
- visualizzabili da ogni computer collegato in rete, per cui computer con risoluzioni diverse ed a volte senza alcuna possibilità di grafica -qualcuno se li ricorda i terminali con i caratteri verdi su nero?-
- dovevano contenere i caratteri delle diverse lingue (almeno quelle europee) dalla a accentata alla o con l'umlaut
- dovevano poter includere media differenti dal testo come le immagini e, più avanti, suoni e video
Secondo Tim Berners-Lee quest'anno il WEB ha raggiunto i 20 miliardi di pagine, che corrispondono, circa, al numero di neuroni in un cervello umano.
Non so se questo numero rappresenti qualcosa in sè -ed ancora mi domando che fine abbia fatto il web semantico di cui si è cominciato a parlare una decina di anni fa- ma la metafora del cervello ci aiuta sicuramente a dare un'immagine a ciò che oramai facciamo continuamente: cercare e prendere informazioni da Internet e fornire informazioni ad Internet.
domenica, marzo 15, 2009
Diamo una spinta alla Rivoluzione Verde Italiana
Stiamo distruggendo il mondo. L'Italia potrebbe partecipare alla salvezza del mondo e -per ché no- anche la propria futura economia razionalizzando i propri consumi e spingendosi maggiormente verso la produzione di energia da fonti rinnovabili e adottando comportamenti più attenti alla limitazione dello spreco.
Ci sono alcuni aiuti che potrebbero venire dalla politica -quella vera, non quella politicante- e trovo che Kuda ne abbia ben rappresentato una parte con l'iniziativa "blogger per l'ambiente" che chiede al governo di intervenire per:
1- TOGLIERE L'ICI DAL FOTOVOLTAICO, RIPRISTINARE LE CONDIZIONI DI PAGAMENTO INIZIALI DEL FINANZIAMENTO SUGLI IMPIANTI: gli impianti solari fotovoltaici a terra e sui tetti quelli non integrati, vengono classificati come impianti industriali e si impone l'onere di accatastarli e di pagare quindi l'Ici. Inoltre il governo Berlusconi ha modificato una serie di aspetti secondari dei meccanismi di pagamento in modo peggiorativo: vogliamo sia ripristinata la situazione iniziale. (+ info)~
2- RIPORTARE IL RECUPERO DEL 55% DELL’IRPEF SPALMABILE SU 10 ANNI: per i lavori sull'efficienza energetica, con le nuove norme, si può recuperare il 55% di detrazione spalmandolo su un periodo di 5 anni. Di fatto si penalizza chi ha un reddito inferiore e quindi può recuperare ogni anno una quota inferiore di finanziamento. Chiediamo che anche i cittadini che non pagano l’Irpef e quindi non possono recuperare nulla venga dato modo di usufruire di pari incentivi o rimborsi. E’ assurdo che possa investire in efficienza energetica solo la fascia medio alta della popolazione. Inoltre chiediamo che vengano immediatamente emessi i decreti attuativi per la detrazione 2009, senza i decreti attuativi la detrazione del 55% del’Irpef non esiste. (+ info)
3- RECUPERO DELL'OLIO FRITTO PER FARNE BIODISEL: istituire la raccolto degli olii alimentari come in Germania dove si consegnano ai distributori di carburante che rilasciano un buono sconto proporzionato alla quantità d'olio fritto. Inoltre togliere il divieto di commercializzare liberamente il biodiesel, oggi i produttori hanno l'obbligo di conferirlo ai petrolieri che lo mischiano con il diesel. (+ info)
4- OBBLIGARE I COMUNI A PUBBLICARE LA LORO BOLLETTA ENERGETICA e chiedere un impegno perchè ogni anno ci sia una diminuzione del consumo pro-capite. (+ info)
5- ISTITUIRE FORME DI CREDITO PERMANENTI PER CHI VUOLE INVESTIRE IN ECOTECNOLOGIE magari su esempio di quello che ha fatto la Provincia di Milano.
6- SBLOCCARE LA RACCOLTA DEI RIFIUTI ELETTRONICI: Il 1 gennaio 2008 sarebbe dovuto partire il nostro sistema di raccolta dei rifiuti hi-tech. Ufficialmente ma non nella realtà! Mancano all’appello diversi decreti attuativi necessari a tradurre in pratica le disposizioni di legge. Tra questi, c’è il cosiddetto “Decreto Semplificazioni”, che obbliga la distribuzione a ritirare gratuitamente, in ragione di uno contro uno, l’apparecchiatura usata al momento dell’acquisto di un nuovo articolo simile destinato a un nucleo domestico. Questo decreto doveva entrare in vigore entro il 28 febbraio 2008, ma ancora non vede luce. (+ info)
7- SOSTEGNO ALLA MOBILITA' CICLABILE: introdurre in tutti i comuni la legge che prevede il diritto di parcheggiare le biciclette nei cortili dei palazzi e delle aziende. Obbligare i gestori dei trasporti pubblici a permettere il trasporto delle biciclette su metropolitana ed autobus per almeno il 50% del tempo di servizio. (+ info)
8- RIDURRE L'USO DI BATTERIE USA E GETTA: tassazione sulle batterie usa e getta per finanziare un incentivo a quelle ricaricabili. (+ info)
9- SOSTEGNO ALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA: mettere simboli chiari su ogni materiale utilizzato nelle confezioni in modo da evitare confusioni. (+ info)
e poi una proposta macro:
10- INVESTIRE NELLE FONTI RINNOVABILI I SOLDI DEL NUCLEARE, DELLE CENTRALI ELETTRICHE ALIMENTATE DA FONTI ENERGETICHE NON RINNOVABILI E DEI NUOVI INCENERITORI: nei recenti accordi Francia-Italia si parla di una spesa di oltre 20 miliardi di euro per costruire centrali nucleari in Italia che daranno energia solo tra 12/15 anni. Investire subito le stesse risorse sul centrali e microimpianti alimentati da fonti rinnovabili per avere energia da subito e non trovarsi il problema delle scorie e di eventuali incidenti. (+ info)
sabato, marzo 14, 2009
La vicenda del pirata della strada a Roma e la pessima informazione
Da la Repubblica di mercoledì 11 marzo 2009:
TRAVOLTA SUL LUNGOTEVEREQuesto è il trafiletto di 2x3 cm a pagina 17 del giornale, mentre la notizia dell'incidente ad opera di uno sconosciuto pirata della strada è passato in prima pagina nei TG nazionali del fine settimana. La notizia della cattura è succosa, dato che dopo l'incidente il nostro accusato ha avuto perfino l'idea di andare a bruciare la propria macchina e poi denunciarne la scomparsa inanellando una serie di reati lunga come la lista della spesa del sabato.
PRESO IL PIRATA DELLA STRADA
E' stato arrestato l'uomo che sabato ha investito una 21enne sul Lungotevere a Roma e poi è fuggito senza prestare soccorso.
Massimiliano Milotti, 36 anni, ha bruciato l'auto e denunciato il furto per sviare le indagini. Poi ha confessato.
La ragazza, Irene Morabito, è ricoverata in coma farmacologico.
Ma, dato che al volante non c'era un immigrato, la notizia non ha più alcuna rilevanza nazionale e finisce nei trafiletti di cronaca a pagina 17 o nella cronaca locale.
Come sempre, la televisione e la stampa trasmettono un'idea sbagliata del mondo, semplicemente filtrando le notizie in base alla moda del momento.
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giovedì, marzo 12, 2009
Chi semina al vento
Sentita in radio questa mattina:
Ho scoperto che Ivan ha anche un sito.Chi getta semi al vento
farà fiorire il cielo.
«Ivan il poeta di strada»
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martedì, marzo 10, 2009
Pacchi alimentari, inizio 2009
Sentito in radio qualche giorno fa:
La provincia di Milano ha 3,5 ML di abitanti e la Croce Rossa distribuisce pacchi alimentari a 53 mila persone contribuendo, secondo il direttore della Croce Rossa milanese, a circa 1/3 della distribuzione totale di pacchi alimentari. Dunque, nella provincia più ricca d'Italia vivono circa 160 mila persone che dipendono dalla distribuzione dei pacchi alimentari; cioè una ogni 22.Lo avreste mai detto?
Propongo una ronda utile: gruppi di cittadini che organizzino la distribuzione del cibo, e facendolo scoprano che c'è un mondo fuori dalle pareti dalle pareti di casa e dalle lamiere dell'automobile e che questo mondo è diverso dall'immagine trasmessa dalla TV.
Per saperne di più, c'è il sito del Banco Alimentare (anche se i dati risalgono al 2007).
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lunedì, marzo 09, 2009
MASSAGGIO
solo per sentirmi un po' Proust
Il sabato mattina cerco sempre di attardarmi un po' di più a letto, così, per cercare di recuperare alcune delle stanchezze che non si possono recuperare: le ansie, gli errori, le sere in cui non andresti più a letto perché quello notturno è l'unico spazio tuo che puoi permetterti.
La capo entra in camera sbattendo la porta, mi chiede di accendere la luce grande. Lo faccio e mi acceco. Mi spiega che il biberon è pronto e lei in ritardo. Indossa disordinatamente qualcosa ed esce. Hmmm, in stato di semicoscienza spengo la luce che mi acceca ed accendo la lampada da lettura sul comodino. Meglio.
La tamagotchi chiacchiera, da sola, nel suo lettino. Chissà cosa sta raccontando ai personaggi della giostrina appesa su di lei.
In cucina, con gli occhi ancora cisposi, trovo la magica bottiglietta.
Torno in camera, prendo la piccola e, tra uno sbadiglio e l'altro, le caccio in bocca la tettarella in silicone. Una buffa tecnologia permette di regolare il flusso del latte girando la tettarella in modo che le tacche che indicano la velocità del flusso guardino verso l'altro. Regolo su uno e, mentre lei succhia possentemente, ascolto i cartoni che il troll e la principessa guardano in salotto.
La schiena della piccola è bagnata, mi sa che questa volta il pannolino non è bastato. Quando il latte è vicino alla fine regolo il flusso sulla seconda tacca, e poi sulla terza, quando proprio ne manca solo poco.
Finita l'ultima goccia di latte me la appoggio sulla spalla e le do' qualche colpetto sulla schiena aspettando che si liberi dell'aria ingurgitata in eccesso durante il pasto.
Andiamo in camera, prendo tuta e body e, in bagno la spoglio. Il pannolino è pieno e, argh, sono finite le salviette. Vabbé, la pulisco con la carta igenica e la lavo nel lavandino, dopo aver aspettato che l'acqua fosse tiepida.
Rimessa sul fasciatoio la asciugo e, finalmente, la guardo negli occhi dove leggo che anche le si aspetta un ... massaggio.
Allora, ho visto in libreria testi che che insegnano il massaggio neonatale, o trovato su Internet fior di articoli che ne tessono le lodi per lo sviluppo emotivo, intellettivo, dell'autocoscienza, etc ... Ma, faccio di testa mia.
Parto dalle dita dei piedi, come volessi fare una disamina per vedere se c'è tutto, conto le ditine separandole e massaggiando la pianta del piede. Passo al piede. al tallone, al malleolo, alla caviglia -dove mi soffermo a provarne la mobilità-, il polpaccio grassoccio, il ginocchio appena accennato e le cosciette cellulitiche -buffo, non avrei mai pensato che la prima cosa che sviluppiamo dopo la nascita fosse la cellulite-. Il sedere e la coscia sembrano quelle di un lottatore di sumo in miniatura, con pieghe nella ciccia così profonde che si potrebbe nasconderci qualcosa.
Poi il ventre, gonfio di latte. Il petto e le spalle, lo sterno, il collo ed ancora le spalle, i bicipiti atrofici coperti di ciccia, i gomiti, i polsi ed, infine, le manine -di cui conto le dita per verificare che non ne manchi alcuna-.
Infine, la rivesto: pannolone, body e tutina. Le accarezzo la zucca pelata mentre le dico parole inutili ma dolci nel suono.
Ci vogliono 20 minuti in tutto. Ma garantisco che nelle tre ore successive -fino al prossimo ciclo di nanna, pappa, cambio- sarà la più placida, sorridente, serena e amabile neonata del mondo.
P.S. Sono convinto che funzionerebbe anche con la moglie, ma per tenerla ferma 10 minuti bisognerebbe incatenarla.
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sabato, marzo 07, 2009
W le donne
Dalla definizione di Giornata Internazionale della Donna di Wikipedia:
L'idea di istituire una giornata internazionale della donna fu per la prima volta presa in considerazione all'alba del 20° secolo, quando la rapida industrializzazione e l'espansione economica portarono a molteplici proteste sulle condizioni di lavoro. La data dell'8 marzo deriva da una leggenda sorta fra i circoli comunisti francesi negli anni '50, secondo la quale alcune operaie di fabbriche tessili e di confezioni avrebbero condotto una di tali proteste l'8 marzo del 1857 nella città di New York per manifestare contro le precarie condizioni di lavoro e i bassi salari, ma furono attaccate e disperse dalla polizia.Facendo una ricerca con "8 Marzo" su Google si trova, nei primissimi risultati, una immagine di strip tease maschile, poi la pagina di Wikipedia e poi fiori e feste goliardiche in quantità. I blogger, nuovo fenomeno dei media, ne aprofittano per innumerevoli interventi più o meno seri ma, in genere, documentati e rispettosi.
Fra gli altri eventi storici commemora l'incendio della fabbrica Triangle (New York, 1911), dove 148 persone, la maggior parte donne immigrate (moltissime di origine italiana), persero la vita.
Nel 1910 si tenne la prima conferenza internazionale delle donne nell'ambito della seconda internazionale socialista a Copenaghen, nell'edificio del movimento operaio al 69 di Jagtvej la Folkets Hus (Casa del Popolo) chiamata poi "Ungdomshuset". Qui più di 100 donne rappresentanti di 17 paesi scelsero di istituire una festa per onorare la lotta femminile per l'ottenimento dell'uguaglianza sociale, chiamata Giornata internazionale della Donna.
L'anno seguente, la giornata mondiale della donna segnò oltre un milione di manifestanti in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Poco dopo il 25 marzo 1911 l'incendio della fabbrica Triangle uccise 148 lavoratori. L'insufficienza delle misure di sicurezza è considerata la causa dell'alto numero di morti. Questo portò molta attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro, tema molto caro alle giornate internazionali della donna degli anni seguenti. Più tardi, all'inizio della prima guerra mondiale, le donne di tutta Europa tennero delle marce di pace l'8 marzo 1913.
La donne russe si ritrovarono a manifestare il 23 febbraio 1917 (l'8 marzo del calendario giuliano) per la morte di circa 2 milioni di soldati russi morti in guerra. Le proteste continuarono per vari giorni fintanto che lo Zar fu costretto ad abdicare ed il governo dovette concedere il diritto al voto anche alle donne. Da quell'anno la festa viene celebrata in una data fissa, mentre precedentemente era festeggiata l'ultima domenica di febbraio.
In Italia, nel secondo dopoguerra, la giornata internazionale della donna fu ripresa e rilanciata dall'UDI (Unione Donne Italiane) associando nel contempo alla data dell'8 marzo l'ormai tradizionale fiore della mimosa.
Fatta la pace con la storia, che finalmente sta emergendo nella cultura popolare dopo anni di oblio, ci resta da fare la pace con le donne, con le loro stranezze, e la loro bellezza, con la collosità dell'affetto materno che come una bolla circonda chiunque si trovi nel raggio di uno strillo e la loro atavica difficoltà di comprendere il semplice e diretto linguaggio maschile.
La domenica, ogni tanto mi capita di ascoltare le donne al parco giochi parlare fitto fitto, in continuazione e, come fosse un tappeto sonoro, dire quasi niente. Ma buon Dio, ci sono! Parlano, guardano i bambini, tramano, si informano e stringono alleanze, mentre gli uomini sono a casa a brandire il telecomando.
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venerdì, marzo 06, 2009
la magia della tecnologia
Diceva, Arthur C. Clarke che «ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia».
Succede, cioè, che quando un oggetto è sufficientemente complesso -come una medicina, una automobile, un computer o un software- non può essere interamente compreso da una sola persona, dato che questa dovrebbe essere contemporaneamente informatico, fisico, ingegnere, chimico, matematico e oltre. Da un punto di vista soggettivo, l'oggetto tecnologico funziona per magia.
Quando ero ancora studente -e ancora non mi era mai capitato di mangiare in un ristorante cinese- il professore, per spiegaci le basi della programmazione, utilizzava una metafora per cui nel computer c'era un cinesino piccolo piccolo desideroso di eseguire alla lettera esattamente tutte le istruzioni che scrivevamo inizialmente su un foglio e poi con la tastiera. Il cinesino non interpretava, non capiva e non era dotato di fantasia, eseguiva esattamente quello che scrivevamo finendo per combinare spesso disastri inenarrabili.
Ancora mi capita di pensare che dietro il mio monitor ci sia un piccolo nanetto, a volte un po' dispettoso, che preleva dei chiodini da una scatola, li utilizza per comporre delle lettere e li imprime nel monitor.
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martedì, marzo 03, 2009
Monologo finale de IL GRANDE KAHUNA
Sentito per caso in radio, l'ho trovato veramente bellissimo. Lo farò ascoltare a mio figlio.
«Goditi potere e bellezza della tua gioventù.
Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto
e in un modo che non puoi immaginare adesso.
...»
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