Diceva, Arthur C. Clarke che «ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia».
Succede, cioè, che quando un oggetto è sufficientemente complesso -come una medicina, una automobile, un computer o un software- non può essere interamente compreso da una sola persona, dato che questa dovrebbe essere contemporaneamente informatico, fisico, ingegnere, chimico, matematico e oltre. Da un punto di vista soggettivo, l'oggetto tecnologico funziona per magia.
Quando ero ancora studente -e ancora non mi era mai capitato di mangiare in un ristorante cinese- il professore, per spiegaci le basi della programmazione, utilizzava una metafora per cui nel computer c'era un cinesino piccolo piccolo desideroso di eseguire alla lettera esattamente tutte le istruzioni che scrivevamo inizialmente su un foglio e poi con la tastiera. Il cinesino non interpretava, non capiva e non era dotato di fantasia, eseguiva esattamente quello che scrivevamo finendo per combinare spesso disastri inenarrabili.
Ancora mi capita di pensare che dietro il mio monitor ci sia un piccolo nanetto, a volte un po' dispettoso, che preleva dei chiodini da una scatola, li utilizza per comporre delle lettere e li imprime nel monitor.
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venerdì, marzo 06, 2009
la magia della tecnologia
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