C'è un aneddoto (un nanetto, come lo chiamiamo in famiglia) che spiega come, per ottenere l'apprezzamento o la diffusione di qualcosa, possa essere conveniente proibirlo.
La patata, come molti cibi che associamo alla nostra tradizione culinaria -come pomodori, mais, peperoni-proviene in realtà dalle americhe ed stata importata in Europa alla fine del 1500.
Il fatto è che la patata è nutriente e particolarmente resistente alle intemperie, per cui avrebbe potuto costituire da subito una preziosa risorsa contro le carestie che hai tempi ancora si abbattevano ciclicamente sull'Europa.
Ed, in effetti, durante la terribile guerra dei trent'anni (1618-1648, in cui cattolici e protestanti e varie altre fazioni cristiane si scannarono con ogni mezzo arrivando a ridurre di un quinto la popolazione europea), la coltivazione ed il consumo della patata si diffusero ampiamente in Irlanda, Inghilterra, Olanda e Prussia.
Nello stesso periodo, in Francia, Maria Antonietta la pubblicizzava portandone addirittura i fiori sul corpetto, ma la diffidenza del popolo per il nuovo cibo ne frenò la diffusione.
E così rimase, finché Antoine Augustin Parmentier, farmacista ed agronomo riuscì a dimostrare, nel 1773, l’infondatezza dei pregiudizi ai luminari dell’Accademia di Medicina di Parigi e, per farla conoscere, fece piantare interi campi di patate nelle terre attorno a Parigi, ottenendo dal re che fossero sorvegliati dai soldati durante il giorno. La notte, gli abitanti della zona, incuriositi, rubavano i preziosi tuberi, assicurandone in tal modo la diffusione.
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1 commento:
Non lo sapevo! Ho condivisp su facebook!
gatta susanna
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