mercoledì, marzo 17, 2010

Meditazioni sparse attorno ad un pannolino

Mi piace cambiare il pannolino alla Tamagotchi. Beh, non è che le tonnellate di cacca che produce e che immancabilmente debordano dal pannolino esaltino vista ed olfatto, ma devo ammettere che quei pochi minuti di intimità e comunicazione affettiva che si stabiliscono tra adulto e bambino eccitano la mia neuroipofisi convincendola a produrre ossitocina. Si, sembra strano ma anche l'uomo produce ossitocina frequentando lattanti.

Secondo Wikipedia:

I recettori dell'ossitocina si trovano anche nel cervello, nel sistema limbico.
Esperimenti su animali hanno dimostrato l'importanza di tale ormone nell'accoppiamento e nel comportamento nei confronti della prole. Risultano inoltre interessanti recenti studi scientifici che avrebbero dimostrato una correlazione tra maggiore e più efficiente funzionalità dell'encefalo; essa è responsabile per esempio della capacità di empatia e di comprensione dello stato d'animo altrui e di un migliore rapporto con sé e con gli altri con fenomeni di stima ed autostima incrementati (detta anche ormone della fiducia, poiché provoca l'atteggiamento ad essere maggiormente disponibili e cordiali), oltre che un agente biologico dell'innamoramento.
Insomma, sdraio la bambina sul fasciatoio sopra la lavatrice, sfilo i pantaloni tirandoli per le caviglie, slaccio gli automatici del body e tiro gli strappi adesivi del pannolino in vita. Con la sinistra stringo le caviglie della piccola sollevandole leggermente e con la destra estraggo due salviettine umidificate dal pacchetto.

E pensare che quando abbiamo avuto il primo figlio pensavo che dei pannolini se ne sarebbe occupata la madre, mentre a me restava l'onere dell'educazione una volta raggiunta l'età scolare.

Valuto il da farsi, pulisco, sfilo il pannolino, le allargo le ginocchia e pulisco ancora.

Osservo la il pannolino e rimugino su un'affermazione che ho sentito da un collega: «anche se il padrone di tutte le TV è in campagna elettorale, l'informazione sembra essere molto libera, pur restando di bassa qualità».
Vallo a dire a Enzo Biagi.

Quando penso che potrei essere dipendente da ossitocina, mi trovo ad immaginarmi -tra qualche anno- come una consumata casalinga con i figli fuori casa, senza punti di riferimento oltre alla pulizia dei pavimenti di marmo e il programma televisivo della domenica pomeriggio. Se non fosse per il testosterone e il desiderio di avventura che continua ad animarmi. E la curiosità del gatto.

Appoggio le salviettine usate nel pannolino aperto nel lavello.

Il fatto è che la nostra vita è maggiormente condizionata dalla chimica che dalla nostra stessa volontà (sempre che questa esista). Scopriranno, prima o poi l'ormone che rende curioso il gatto, no?

Tengo la bambina con la mano destra e con la sinistra recupero un pannolino pulito dall'antina dell'armadio dietro la porta del bagno. Lo infilo sotto il sedere della piccola e le faccio un buffetto sulla guancia prima di legarlo e rivestirla.

Ok. Bimba soddisfatta, ringrazia con uno splendido sorriso e si tira i capelli per gioco.

Serotonina, testosterone, dopamina, ossitocina, adrenalina, endorfine: la felicità è una questione di chimica. L'amore è una questione di chimica. Il desiderio sessuale è una questione di chimica. Probabilmente lo sono anche l'ambizione e la tenacia.

Piego il bambino sporco legandolo con i suoi stessi adesivi e lo infilo nel bidoncino.

Forse, accettare di vivere in un mondo finito e capire cosa produce l'equilibrio chimico più adatto a ciascuno di noi potrebbero essere i primi passi per muoverci, finalmente, dalla società del benavere a quella del benessere.
~

2 commenti:

Susanna ha detto...

E' un bel post, tenero e riflessivo insieme...

jiasays ha detto...

I enjoyeed reading your post

Mi sento fortunato