Un mondo senza segreti fa paura. In fin dei conti sappiamo quanto ci darebbe fastidio se pubblicassero su Internet il video di quando seduti sul wc ci mettiamo le dita nel naso sicuri di non essere visti. O di quando immergiamo le nostre caduche e molli membra (parlo per me) nella vasca da bagno. Oppure mentre controlliamo se la lunghezza del fedele amico si è mantenuta nel tempo misera come ce la ricordavamo.
Ma potrebbe anche capitare che la collega carina che osserviamo con tanta attenzione ogni volta che si alza, sperando in un cedimento della sollatura, si invaghisca di noi ... e non vorremmo di certo che il nostro cedimento alle sue grazie diventi di dominio pubblico. Quantomeno, non tanto pubblico da arrivare alle orecchie della nostra compagna.
E la zia? Se quella cui abbiamo raccontato per anni una scusa sempre diversa per non andarla a trovare, scoprisse dove eravamo veramente durante le rare occasioni di raduno familiare?
E quella volta che ci siamo accordati con il meccanico per uno sconto in cambio della, opss, mancata emissione della fattura? Se lo sapesse lo Stato ... mamma mia!
Insomma, un mondo senza segreti non sembra affatto un mondo desiderabile.
Non ha senso che in Italia molti atti siano pubblici per legge (dunque tutti li possono consultare) ma per consultarli sia necessario andare sul posto in cui sono conservati, ad orari ridicoli (tipo dalle 11 alle 12.30 il martedì ed il giovedì) e doverli consultare sul posto senza la possibilità di accesso ad una fotocopiatrice.
Internet è uno strumento grandioso e, a mio avviso, ogni documento governativo che dovrebbe essere secretato con scadenza ed, appena scaduto il tempo, reso disponibile su Internet.
La guerra in Iraq è finita? Bene, voglio sapere quanto sono costati i missili utilizzati, di che marca erano e quando è stato lanciato ciascuno di essi per quale obiettivo. Quanta benzina hanno consumato i mezzi militari e quando è morto ciascuno dei morti di cui si conosce la morte (di una o dell'altra parte). Forse i dati sono tali che non andrò mai a guardarli ... o forse passerò le notti a svangare dettagli ed a scriverne sul mio piccolo blog, potendo sempre citare la fonte con una semplice URL.
Semplice no?
E dato che il potere di alcuni governi si estende ben oltre i confini in cui risiedono o loro elettori/deleganti, è necessario che si sviluppino forme di controllo (morale, se non altro) anche esterne al territorio stesso.
Gran parte dello staff del sito, come gli stessi fondatori del progetto, rimane anonima.
L'organizzazione dichiara di verificare l'autenticità del materiale prima di pubblicarlo e di preservare l'anonimato degli informatori e di tutti coloro che sono implicati nella "fuga di notizie".
leak [li:k] [US]
noun
fessura
apertura
fuga
fuoriuscita
perdita
falla
verb
fare acqua
fuoriuscire
trapelare
far trapelare
perdere
Espressioni correlate
leak out
trapelare
security leak
fuga di notizie
leak detector
cercafughe
«Intrigo a Stoccolma. Agosto 2010. Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, partecipa al seminario “Guerra e ruolo dei media”. La giornalista Anna Ardin lo invita a cena a casa sua. Dopo cena i due decidono di digerire insieme, ma il preservativo si rompe. Anna continua a digerire con Assange nei giorni successivi finché un’altra ragazza, Sofia Wilden, si invaghisce di lui vedendolo in tv e corre al seminario. Digeriscono due volte, la prima col preservativo, la seconda senza. Il giorno dopo Sofia si confida con Anna e decidono di denunciare l’amante per aver fatto sesso non protetto senza sottoporsi a controlli medici: un reato che in Svezia è estinguibile con 715 dollari di multa. Infatti la magistratura non sembra affannarsi troppo. Ma appena spuntano i files di Wikileaks, la pratica accelera e scatta l’ordine di cattura internazionale.Seguendo il link è possibile trovare la lista dei mirror (cioè dei siti che riproducono gli stessi contenuti di Wikileaks garantendone la disponibilità anche quando il sito principale viene messo KO dai provider sotto le pressioni del governo americano).
Al momento dell’arresto le cancellerie di tutto il mondo esultano. “Era ora!”, tuona Frattini. È la prima volta che l’arresto di un dongiovanni imprudente provoca reazioni di giubilo. Evidente che si tratta di una scusa. “Ma è democrazia questa?”, si chiede persino Putin. E Lula dal Brasile fa un’osservazione condivisibile: “Perché i bersagli dei dossier americani se la prendono con chi li ha diffusi, invece che con chi li ha scritti?”»
Massimo Gramellini a Che Tempo Che Fa dell'11 dicembre 2010
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1 commento:
Sembra quasi una scusa o un complotto ben architettato per farlo tacere. Punto.
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