Il cane del mio vicino è vecchio, zoppo, cieco ed incontinente.
Non è certo un leader, non domina e non sfotte gli avversari, và accompagnato per pochi metri e mi trattengo dal sorridere quando trova la strada sbattendo, pian pianino, a destra ed a manca.
Eppure, sono sicuro che sarebbe un presidente del consiglio migliore dell'attuale. Sarebbe, e per un cane è sicuramente una gran cosa, più umano, più corretto ed, in fondo, di migliore esempio per i suoi seguaci.
Sarebbe, sicuramente, capace di scegliere collaboratori migliori, in grado di portare onore all'Italia quando si muovono sullo scacchiere internazionale della politica o dell'economia.
Sono certo che scegliendo a caso, tra 60 milioni di italiani, ci vorrebbero decenni per riuscire a pescare tanti tangentari e servi e lacché e ladri e bugiardi come quelli che circondano adesso il nostro amatissimo leader.
I pochi collaboratori capaci sono umiliati, in fondo contano meno delle fanciulle da festino privato, e, visto che il lavoro ben fatto è l'ultima delle priorità, sono stati accantonati come bambole di pezza.
Aristide, il cane, non direbbe tante bugie -in fondo non parla- e se non ci darebbe esempi di buon governo, non ce ne darebbe neanche di malgoverno, non si scriverebbe leggi ad-personam e, scegliendo parole a caso da un dizionario, scriverebbe una riforma della giustizia migliore di quella pensata solo per le necessità personali di chi ora governa e possiede così tanta parte dell'Italia.
Non possedendo televisioni, né giornali, né disponendo di una schiera di liberi giornalisti a libro paga, si sottoporrebbe onestamente al controllo dei suoi elettori senza truccare le carte e senza accusare di qualunque meschinità -perlopiù inventate o quantomeno gonfiate- chi, semplicemente, cerca di far emergere un po' di realtà in mezzo alle panzane inventate per sostenere l'insostenibile.
P.S. Questo è un articolo fazioso, se ritente che vi offenda non consideratelo e votate felici.
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