Ritorno a casa |
Viale alberato |
Qui si rischia la pioggia |
Ma, alla fine non piovve fino a notte.
~
alla ricerca di un po' di sole, tra un palazzo e l'altro
Giovedì
«Zazzera era una principessa. Il Re, suo padre, era un ubriacone e spesso la maltrattava senza ragione. Per questo la principessa non si tagliava né si pettinava i capelli che erano diventati una scomposta zazzera in cui poteva trovare rifugio qualunque cosa: un pettine, un giocattolo o un pettirosso con cui la piccola a volte giocava.Una volta che il padre esagerò, Zazzera fuggì dal castello e si perse nel bosco.
Nel bosco incontrò una simpatica signora che le offrì cibo e consolazione.Quando la signora capì che Zazzera era la figlia del Re, si rivelò per quello che era: la strega Acida.La vecchina non era sempre stata una strega: una volta era una bella cortigiana che si era invaghita del Re.
Siccome il Re la rifiutò dopo un lungo fidanzamento (e c'era ben da capirlo visto il terribile caratteraccio di Acida) questa si ritirò nel bosco dove studiò le arti magiche aspettando il momento per vendicarsi.
Acida prese Zazzera con sé e, in cambio di cibo e soggiorno, la costrinse a tutti i lavori pesanti di casa come strofinare i pavimenti, lucidare gli alambicchi, raccogliere la legna e portare i le borse quando si recava al mercato. Per completare l'umiliazione le tagliò i capelli a zero, come si fa con i militari il primo giorno di servizio.
Dopo qualche giorno Acida riuscì a contattare il re di un paese vicino che era un feroce rivale del papà di Zazzera, e gli vendette la figlia del Re.Il giorno successivo preparò, con tutta cura, una gabbia ma Zazzera se ne accorse.Dovete sapere che Acida era piccola e minuta come una bambina e quando fu il momento di ingabbiare Zazzera, la principessa prese di sprovvista la vecchia e la infilò in gabbia al posto suo.
Quando arrivarono i soldati del regno vicino, presero la gabbia e senza capire le proteste della vecchina, giacché parlavano un'altra lingua e non conoscevano l'aspetto della persona che erano stati mandati a prelevare, la portarono via senza dire una parola.
Nel frattempo il padre di Zazzera si era veramente pentito e quando non pregava ai soldati di ritrovare la figlia, si chiudeva nelle sue stanze a piangere la propria stupidità.Dopo gli avvenimenti della notte, Zazzera vestita di stracci e rasata come un soldato si diresse a corte. Siccome nessuno la riconosceva riuscì ad entrare a castello spacciandosi per la nipote dello stalliere, finché una guardia non scoprì l'inganno e cercò di buttarla fuori. La piccola gridò e si disperò così forte che suo padre la sentì, la riconobbe e le corse incontro.Quando il padre la raggiunse la abbracciò, e gioì, e gridò e fece annunciare sette giorni di festa per il ritorno della figlia.
Il Re non bevve più, la figlia rimase a corte ed imparò ad acconciarsi i capelli come si confà ad una principessa, ma le rimase il soprannome Zazzera.»
Numero 5 di Largo Poeta, nel borgo affrescato di Treglio, in provincia di Chieti |
Questo blog è dedicato ai rompiscatole e ai curiosi.
A chi si pone domande, prima di darsi risposte.
A chi cerca la felicità.
A chi ascolta e poi parla.
A chi decide, ogni giorno, cosciente dei propri limiti.
A chi ama la propria famiglia, ma non solo.
A chi non si ferma alla prima risposta.
A chi si innamora di un albero o di un fringuello.
A chi ascolta musica e a chi legge.
A quelli che assaggiano prima di dire non mi piace.
A chi pensa che il mondo meriti un po' di rispetto.
A chi pensa che gli uomini vadano giudicati per quello che fanno non per dove sono nati.
A chi si arrabbia e a chi non difende solo i propri interessi.
A chi pensa che il PIL non misuri la felicità.
A quelle persone che amano e che cercano di essere
il cambiamento che vogliono veder avvenire nel mondo.
A quelli che ancora si azzuffano per questioni di principio.
A chi critica ed a chi distingue.
A quelli che faranno progredire l'umanità.
... a tutti coloro che vivono.